È il messaggio forte, deciso, inconfutabile, che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato a difesa della libera informazione e la pluralità democratica di pensiero. 83 anni compiuti da qualche giorno, il nostro presidente è tra i migliori Capi di Stato che l’Italia abbia avuto nella sua storia della Repubblica. Tuttavia, nonostante gli anni e il suo secondo mandato a presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella è figura al di sopra delle parti ma con ferma decisione quando, nei suoi discorsi, difende i sacrosanti principi di legalità nel rispetto della Costituzione e della logica democratica. Così come ha fatto ieri a difesa della libertà di informazione: “Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano a esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra carta fondamentale” dice il presidente Mattarella, che poi aggiunge una battuta alla Lega: “Spero si possa ancora dire sindaca”. Una sottile ironia a richiamo di certe limitazioni sul processo culturale di genere. E poi l’allarme alle carceri: “Situazione indecorosa per un Paese civile”. Insomma un forte monito al rispetto e all’essere uniti sui principi fondamentali del lavoro, inteso come mezzo di miglioramento democratico per il bene della comunità. Ma, ritornando all’informazione, il Presidente ribadisce ancora una volta il pensiero del rispetto alla libertà di espressione che un Paese civile deve avere: “Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo – come anche a Torino nei giorni scorsi – documentazione di ciò che avviene, senza obbligo di sconti”. Insomma, una figura presidenziale che, se si potesse, bisognerebbe clonare in tutto. Esperienza, saggezza, insegnamenti, carisma e facilità nel prevenire e spegnere pericolose fiammelle fasciste che rischiano seriamente di intralciare il buon andamento democratico della nazione. Lunga vita a questo presidente della Repubblica Italiana.
Salvino Cavallaro